Editori e tipografi: due mestieri diversi

Molti sono contrari alla politica di Amazon di distribuzione online, perché sarebbe distruttiva nei confronti dei piccoli esercenti, in particolare editori e librai.
Per quanto riguarda la politica di Amazon in generale, finché Jeff Bezos reinveste i suoi profitti nelle tecnologie per l’espansione dell’umanità nello spazio, secondo me fa molto di più che pagare tasse a governi che per la cultura e per il progresso non fanno nulla, se non causarne il continuo declino. Non dico che non dovrebbe pagare tasse: se gli stati riescono a fargliele pagare, e poi ad utilizzarle in modo altrettanto progressivo, bene. Ma sono comunque a favore della politica di Bezos. Capisco che in Italia suona strano, perché qui non c’è alcuna consapevolezza del ruolo di vera leadership sociale svolta da imprenditori coraggiosi come Bezos e Musk. Fra l’altro, e chiudo con le considerazioni generali, conosco persone che hanno lavorato per qualche mese in uno stabilimento Amazon di smistamento delle spedizioni in Italia: essendo pagati per lavorare, si lavora e si è controllati, ma la situazione è ben diversa dallo “schiavismo” denunciato dai detrattori.

Qui però voglio parlare della mia esperienza di scrittore che non è riuscito a trovare un vero editore, per quanto io l’abbia cercato per un paio d’anni. Poi ho rinunciato, e mi sono deciso ad auto-pubblicare con Amazon. Risultati? Positivi, per quanto riguarda tutti gli aspetti editoriali, eccetto la promozione e la distribuzione. Ma, del resto, nessuno dei falsi editori se ne occupa, e nonostante questo si prendono soldi come se lo facessero. Amazon non lo fa, ma almeno non prende soldi. Nella politica di Amazon mancava una seria proposta ai librai, che avesse l’obiettivo di trasformarli da oppositori in alleati e partner di mercato. Per un esercente è sufficiente iscriversi, e potrà ordinare qualsiasi opera nel catalogo Amazon di milioni di volumi pubblicati, con uno sconto del 35%. https://www.amazon.it/b?node=17542559031

Con questa nuova politica rivolta ai librai, Amazon farà, spero, piazza pulita di tanti sedicenti editori, che considerano loro clienti gli autori, e non i lettori. Costoro sono quindi dei tipografi mascherati: non fanno nessuna selezione degli autori, basta che paghi e ti stampano qualsiasi cosa. Non fanno l’editing, non fanno promozione, non fanno distribuzione, si limitano a stampare il testo che gli mandi. Nel migliore dei casi obbligano l’autore a comprare un certo numero di copie, e non sempre a prezzo scontato. Così si pagano i costi di stampa, hanno fatto il loro business, e non hanno più alcun interesse ad investire sull’autore e promuoverlo. In molti casi chiedono sfacciatamente un contributo per la stampa. Se poi per caso vendono qualche copia del libro forse danno all’autore il 20%, ed ovviamente l’autore non ha alcun strumento contrattuale per verificare le vendite effettive.

Amazon non chiede un centesimo, fornisce la piattaforma gratuita online per editare il testo e la copertina, inserisce il volume nel catalogo world-wide, stampa ed invia le copie quando qualcuno le ordina, da’ all’autore il 70% del prezzo di copertina. E’ chiaro che per i piccoli sedicenti editori non c’è storia, sono destinati a scomparire, com’è giusto.
I veri editori, che selezionano gli autori ed investono su di essi, fanno promozione, fanno distribuzione e considerano l’autore come loro fornitore e non come cliente, invece possono sopravvivere e crescere. Da un vero editore, che fa il suo lavoro, mi accontenterei del 20 o 30% del prezzo di copertina. Ma non l’ho ancora trovato.
Ecco perché ho auto-pubblicato con Amazon, sia in formato ebook che cartaceo. E non sento alcun senso di colpa nei confronti dei tanti “editori” danneggiati, che mi hanno chiesto dei soldi per pubblicare il mio libro.