Un Custode Gioviale – 21 Quando la burocrazia preferisce sbrigarsi

21) Quando la burocrazia preferisce sbrigarsi

HEO – Vittorio – D02-31/10/2042

Vittorio nota con preoccupazione che mancano ormai meno di venti minuti alla partenza del Moon Express, ed ancora non ha capito cosa potrebbe fare per la figlia e… per il suo improbabile compagno. Una cosa però è chiara: se non si affretta perderà il suo volo. Non osa pensare a cosa succederebbe se non dovesse arrivare sulla O’Neill One nel tempo ora previsto, che Elvi aveva tempestivamente provveduto a comunicare a chi di dovere poco prima della partenza da Cagliari.

Rientrato velocemente nei panni del program manager, pur senza dismettere del tutto quelli del genitore preoccupato, e sforzandosi di relegare per il momento in terzo piano il dolce pensiero di Marika, Vittorio prende la figlia per un braccio, e la invita sbrigativamente a seguirlo verso l’imbarco del Moon Express, che per fortuna non è distante.

Con un’espressione preoccupata e neanche tanto sorpresa, Albany afferra la mano del suo ragazzo, e segue il padre, che si fa largo in mezzo alla folla.

Giunti al gate di imbarco, si trovano davanti ad un olomessaggio che recita così: “Tutte le partenze dalla stazione spaziale High Europe One sono sospese per 24 ore”.

Un’assistente di volo del Moon Express, affiancata da una funzionaria della stazione, cerca di rispondere alle molte domande dei passeggeri nervosi ed esasperati. Per fortuna i passeggeri del Moon Express non sono molti, così arriva presto il turno di Vittorio, che si rivolge direttamente alla funzionaria HEO, che esibisce sulla giacca il logo della stazione, ed un’espressione di annoiata sufficienza sul viso.

«Mi presento, sono Vittorio Fargenti, program manager del progetto O’Neill One.»

L’espressione della funzionaria muta repentinamente dall’annoia-to/sufficiente al rispettoso/disponibile: «Piacere molto Ing. Fargenti! Sono Valery Shortpine, come posso esserle utile?» Porgendo contemporaneamente la mano ed il suo miglior sorriso di rappresentanza.

Vittorio stringe la mano, e prova subito a perorare la propria causa: «Piacere mio, signora. Sono atteso con estrema urgenza al cantiere della Cis-Luna O’Neill One. Rimanere bloccato qui per 24 ore può avere conseguenze disastrose.»

«Dottor Fargenti, sono molto dispiaciuta di questo inconveniente. Purtroppo ci sono ragioni di sicurezza di ordine superiore, che non è assolutamente possibile bypassare. L’attacco dei Joyers ci obbliga a chiudere la stazione e ad interrogare tutti coloro che si trovano a bordo, con l’obiettivo di arrestare i colpevoli ed assicurarci che paghino per i danni che hanno provocato.»

Vittorio vorrebbe forse argomentare su queste ultime affermazioni. Non gli è infatti per niente chiaro come il concetto di “danni provocati” si possa applicare alla situazione corrente. Forse sarebbe più appropriato parlare di benefici… ma si morde la lingua. L’esperienza gli ha insegnato a sue spese che in certe situazioni è meglio tenere per sé le proprie opinioni politiche.

«A proposito,» riprende la solerte funzionaria «se lo desidera sono autorizzata a raccogliere la sua denuncia, relativamente ai danni subiti a causa dell’attacco dei Joyers. Prima raggiungiamo un numero di denunce sufficiente ad incriminare i colpevoli, prima si risolve la situazione qui, prima riusciremo a sbloccare la stazione… Il blocco potrebbe anche protrarsi oltre le 24 ore, se le cose andassero a rilento.»

«Mmh… mi dispiace signora, ma non sono autorizzato a rilasciare denunce. Se ci saranno richieste di risarcimento danni, queste potranno venire dalla corporation per la quale presto servizio, la Not Only Planets. Non dubiti tuttavia che non mancherò di inoltrare un circostanziato rapporto alla mia CEO, su quanto accaduto e sulla situazione che si è veuta a creare.» Elargisce un sorrisetto di circostanza, cercando di metterci la comprensione e la solidarietà che è ben lungi dal provare, tenendo d’occhio senza parere l’espressione accigliata della figlia, e sperando che questa si astenga da qualsiasi commento. È del resto abbastanza chiaro che la stazione intende tenere in ostaggio qualche migliaio di passeggeri, finchè non avrà ottenuto un numero sufficiente di denunce contro il movimento dei Joyers. Ma Vittorio non intende prestarsi a tale ricatto.

«Signora, comprendo perfettamente la situazione, ma temo di doverle chiedere un incontro urgente con il direttore della stazione. Se non raggiungerò la stazione O’Neill One entro 24 ore vi saranno conseguenze ben più gravi di quelle succedute all’attacco di poco fa.» Vittorio teme che si siano sentite le virgolette intorno alla parola “attacco”, che non erano sua intenzione, ma gli sono scappate, sia nella voce sia in un lieve inarcamento delle sopracciglia.

Per tutta risposta la funzionaria parla sottovoce nel suo UCD per alcuni secondi. Poi rivolge un cenno piuttosto secco al suo interlocutore, che ha ormai identificato senza possibilità di appello come un osso duro e probabilmente un temibile avversario. E si avvia verso una porticina chiusa, che subito si apre, dopo un veloce riconoscimento facciale. La funzionaria si introduce in un piccolo vestibolo, in realtà un ascensore, e Vittorio la segue, seguito a sua volta da Albany e dal suo compagno. La signora Shortpine si arresta, con il dito già sul pulsante di destinazione, e rivolge la sua domanda: «Questi signori sono con lei?»

«Certo. Questa è mia figlia Albany, e questo il sig. Talesbony, entrambi membri del mio staff.» Si assicura con una veloce occhiata severa di non essere smentito. I due fortunatemente tacciono, ed entrano a loro volta nell’ascensore. La corsa dura meno di un minuto, che sembra interminabile ai passeggeri. La porta si riapre direttamente nell’ufficio del Direttore della High Europe ONE.

«Prego signori, accomodatevi.» Esordisce Lella Debonovis, una cinquantenne che porta splendidamente, e non senza una certa civetteria, un’acconciatura decorata da ampie striature grige. Per il resto, la direttrice esibisce un personale che susciterebbe invidia in qualsiasi modella della rete, superbamente inguainato in un tailleur dal taglio molto avanzato e generoso… per chi sa apprezzare le belle forme femminili.

Vittorio nota non senza una certa perplessità, sul tavolo della signora, un foglio di similcarta che riporta nella testata il logo della Not Only Planets. Il gruppetto, con Vittorio in prima fila, e gli altri alle sue spalle, rimane in piedi di fronte alla scrivania della Debonovis, anche lei in piedi, con espressione benignamente accogliente.

«Buongiorno Ing. Fargenti. Vedo che lei ha già adocchiato l’oggetto del nostro incontro. E quindi non stiamo a sprecare altro tempo prezioso. Metta la sua firma su quel foglio, e potrà lasciare HEO a bordo del Moon Express entro mezz’ora, grazie ad una deroga speciale del blocco in corso.»

Vittorio fa il possibile per nascondere la propria sorpresa, che subisce un’ulteriore incremento quando sente scaturire dal proprio UCD la voce di Severine, il suo capo: «Vittorio, Lella mi ha spiegato tutto. Ho messo il facsimile di denuncia sulla nostra carta intestata mentre salivi con l’ascensore. Firmala e porta il tuo culo in L5 alla velocità della luce. Buon viaggio.»

La comunicazione viene chiusa, e non lascia spazio a discussioni. Vittorio non può che scorrere velocemente il documento, ed infine apporre la sua firma in calce.

Considerando la visita ormai terminata, la direttrice porge a Vittorio un foglio di similcarta elettronica che dovrà servire come carta di imbarco per lui e per il suo staff al seguito, e poi torna ad occuparsi delle proprie incombenze, senza più degnare i nostri di alcuna attenzione. Vittorio afferra il documento, saluta educatamente, anche se non se la sente di ringraziare, e volta risolutamente le spalle alla donna. Il diaframma dell’ascensore si spalanca in un attimo, ed i tre sono dentro, in rapida discesa verso il grande salone d’aspetto della stazione.

Né Albany né Angel sembrano avere alcunché da obiettare all’inatteso sviluppo preso dagli eventi. Entrambi non potranno lasciare la stazione finchè non sia terminato il blocco temporaneo. La situazione di Albany non è facilissima da chiarire, in un eventuale interrogatorio. Tuttavia la ragazza possiede un documento di identità valido, ed un badge che la identifica come dipendente della Rota.Mat Interplanetary. Invece Angel sarebbe certo interrogato e probabilmente trattenuto anche dopo lo sblocco della stazione, non avendo documenti di viaggio e non potendo dimostrare in alcun modo la propria provenienza né la propria destinazione. Il che, tra l’altro, rende impossibile lo scambio Angel contro Tanat, che era stato concordato tra la Havelock e lo Shifter.

Situazione alquanto complicata, quindi. Anche se Vittorio non ne conosce i dettagli, comunque ha percepito che dovrà portarsi dietro la figlia e il suo amico fino ad O’Neill One, caso mai avesse pochi problemi da smazzare.

Il terzetto è giunto all’imbarco del Moon Express, dove uno stewart controlla rapidamente le carte d’imbarco olografiche che i passeggeri esibiscono davanti al varco che conduce direttamente all’interno del trasporto. Vittorio esibisce il documento di simil-carta elettronica. Lo stewart per qualche secondo esibisce un’espressione tra il sorpreso ed il contrariato, subito seguita da una quasi alzata di spalle, rapido abbassamento delle palpebre e corrispondente innalzamento delle sopracciglia. Il significato è palese, per chi lo sappia leggere: 1) “Ma chi è questo papavero che riesce addirittura a bypassare il blocco della stazione?” 2) “E questi altri due chi sono? E come mi devo comportare?” 3) “Oh beh, ma poi cosa me ne frega”.

Avendo dato un’ultima occhiata al boarding pass firmato nientemeno che dalla direttrice, dove si parla dell’Ing. Fargenti e di due persone del suo staff, fa’ cenno ai tre di passare, pur senza abbassare le sopracciglia né alzare le palpebre dalla posizione a mezzasta.

Angel, che negli ultimi due o tre minuti appariva assorto, come assente dalla realtà, si riscuote e attraversa il varco al seguito di Albany, che lo conduce per mano.

Trascorrono forse meno di venti minuti, e poi il Moon Express abbandona l’ormeggio e punta velocemente verso l’esterno, prima fermata L5.

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