35) Chi è senza peccato…

Stazione Cislunare O’Neill Uno – Sala riunioni – D08-06/11/2042

La sala riunioni principale di Cisluna O’Neill Uno registra la presenza contemporanea degli uomini d’affari più famosi del secolo, seduti intorno al grande tavolo ovale. Alquanto nervosi, esibiscono atteggiamenti che vanno dall’arrogante (“provate a contraddirmi se ne avete le palle”) al circospetto di chi non ha ancora deciso se gli convenga esporsi e battere i pugni sul tavolo oppure tenere un profilo basso, sperando che i propri pasticci non vengano a galla. Con tutte le gradazioni intermedie.

Aribor Psychamp, CEO della Sky Pinball & Co., fa il possibile per esibire il livello di arroganza minimo che ci si aspetta da chi governa una delle più grandi e rinomate space-corporation. Ma gli è difficile nascondere del tutto la notevole inquietudine che lo pervade.

Jim Crossanfal, Presidente dello Space Investment Fund, ostenta un’espressione tra il divertito e il perverso, come a preannunciare cose che potrebbero essere non del tutto gradite a tutti. Come di chi sa di non avere nulla da nascondere, ed è più che disposto a smascherare gli intrallazzi altrui. Indossa con blanda ostentazione una vistosa camicia a fiori, in stile hawaian-3M[1], uno stile che sta riscuotendo notevole successo sia sulla Terra che nelle comunità esterne.

Rimbler Dorrison si è presentato al meeting con un codice-pass di massimo livello. Tutti danno per scontato che rappresenti il socio occulto del consorzio committente.

Poco prima, nel corridoio, si è svolta una breve conversazione tra Vittorio ed il suo capo Severine. I due hanno concordato come condurre la riunione: lei resterà in disparte, ed entrerà nella discussione solo se verranno toccati argomenti dei quali Vittorio non è al corrente o non possiede tutti gli elementi.

Nessuno scambio verbale è intercorso tra Berthold J. Crashworth, CEO della Ansible Synopsys, Ltd. e Stuart Barrisi, amministratore delegato della Orion System Engineering, Gmc. Ma abbondanti incroci di sguardi bellicosi e sprezzanti sono stati scambiati. In un breve abboccamento privato, prima della riunione, Crashworth ha inoltre diffidato il suo ex-fornitore dal tentare qualsiasi regolamento di conti in pubblico, chiarendo anche che la cosa non si chiude qui, e che ci saranno pesanti conseguenze legali.

L’espressione del capo della Ansible manifesta serietà e comprensione della criticità del momento: la sua intenzione è di figurare come il più responsabile, tra i fornitori seduti al tavolo, e parallelamente far apparire altri – in particolare Barrisi – come garruli incoscienti, che vanno a prendersi responsabilità alle quali non sono adatti né preparati. Crashworth ha scambiato eloquenti occhiate con il sig. Dorrison, indicando al contempo con lo sguardo Stuart Barrisi. Dorrison ha però subito distolto lo sguardo con un certo ostentato sdegno, a significare di non voler essere coinvolto nei casini del fornitore. Tradotto dal business language non verbale: “Veda di cavarsela da solo, non sono qui per cambiare i pannolini a nessuno”.

Una volta constatato che tutti i partecipanti previsti sono presenti, compresi i tecnici, visto che si tratta di un meeting di Test Readiness, e che non sono presenti persone non invitate, Vittorio richiama l’attenzione: «Bene, direi che possiamo cominciare.»

«Non starò a girarci intorno. Come tutti sapete abbiamo avuto un grosso problema con i test del sistema di supervisione di livello 5, che al momento non risulta pronto per sostenere il test finale.» Vittorio ha concordato con Severine di mantenere nascosta la totale assenza del software di livello 5 sulla stazione, nella speranza che la promessa restituzione si verifichi in tempi accettabili. Si è infatti giudicato che la notizia della completa sparizione del software avrebbe effetti dirompenti sull’opinione pubblica e, soprattutto, sugli investitori.

«Quali contromisure avete adottato?» È Psychamp ad aprire subito lo scontro, a muso duro.

«Considerando che tutti i sistemi di livello 4 funzionano alla perfezione, e che si scambiano informazioni regolarmente, siamo pronti a procedere comunque con il collaudo del sistema integrato. Faccio notare che di fatto Cisluna O’Neill One sta già funzionando egregiamente da più di una settimana, visto che siamo qui, respiriamo, mangiamo e beviamo, ci laviamo, e camminiamo tranquillamente come se fossimo sulla superficie terrestre.»

«Mi chiedo allora perché spendiamo tanti soldi per un sistema di supervisione di livello 5, se possiamo tranquillamente farne a meno!» Psychamp ha calcato sul “tranquillamente” con le labbra atteggiate ad una smorfia sarcastica, e brandendo lo sguardo intorno come una videocamera, per registrare quanti degli astanti reagiscono alla battuta. Constatato che soltanto Crashworth ha accennato un mezzo sorriso di mellifluo servilismo, riprende il proprio cipiglio.

«Non credo lei mi stia chiedendo una conferenza sulle funzionalità del livello 5, mi limiterò quindi a dire che il compito principale di questa super-IA non è tanto quello di supervisionare e monitorare il sistema integrato – compito che è svolto egregiamente dai tradizionali sistemi SCADA[2] di livello 4. Il compito della Cinque è invece quello di ragionare sulle possibili failure dei sistemi, eseguendo una specie di FMECA[3] in continuo. In poche parole, l’IA confronta le previsioni di usura delle parti usurabili contro i trend di usura effettivamente misurati su tutti i sistemi di livello 4, ed incrocia questi dati allo scopo di predire possibili failure combinate di diversi sottosistemi, e le loro ripercussioni a cascata su tutto il sistema integrato.»

Diversi dei presenti prendono fiato ed aprono la bocca per commentare, ma Vittorio alza una mano: «È chiaro che si tratta di una funzione importantissima, per garantire la sicurezza della stazione e dei suoi abitanti. Solo mediante una FMECA continua ed integrata è possibile sia predire i guasti, almeno quelli derivanti dalle condizioni interne, sia valutarne l’effettiva gravità, predisponendo in automatico degli interventi di manutenzione straordinaria ove occorrono.»

«Ecco!» Interviene Crossanfal, che fino a quel momento ha osservato ed ascoltato con blanda bonomia, come un nonno affettuosamente ironico. «La failure del sistema di gravità artificiale dovuta alla tempesta solare però non siamo stati in grado di predirla.»

«Mi aspettavo questo commento.» Fa subito eco Vittorio, notando con un sorriso appena accennato che Crossanfal ha incluso se stesso nel novero di coloro che “non sono stati in grado” (e con ciò l’intero consorzio committente, di cui lo Space Investment Fund è capofila).

«Il problema è dovuto al fatto che il sistema di monitoraggio dell’attività solare in quel momento era offline, compreso il backup, per una necessaria attività di messa a punto e calibrazione dei sensori, in previsione del collaudo. Purtroppo il sole ha scelto proprio quell’intervallo di tempo per colpire. In definitiva occorre considerare che la stazione non va ancora considerata operativa al 100%, e qualche problema è fisiologico.»

«Comunque, non vi aspetterete che firmiamo un collaudo in mancanza del livello 5. È chiaro che il sistema non è pronto per il test operativo finale!» Ritiene di dover puntualizzare Psychamp, tanto per non dare adito ad equivoci circa l’esito del meeting.

«Vorrei sentire il resto della relazione.» Chi ha parlato è Dorrison, fino a quel momento rimasto in circospetto ed imperscrutabile silenzio. «Non si è ancora parlato di contromisure.»

«Ci stavo per arrivare.» Riprende il program manager, sollevato per l’insperata apertura da parte del membro occulto del consorzio, dal quale si sarebbe aspettato caso mai una posizione più ostile. «Utilizzando parti del software di livello 4, abbiamo messo insieme un algoritmo che, sia pure in modo limitato, esegue le funzioni più importanti del livello 5. Tale algoritmo sta reggendo bene, ormai da un paio di giorni. Ovviamente è prevista la presenza di un operatore umano 24/24.» Vittorio omette di precisare che si tratta di un Asperger, membro della RSU, onde evitare di sollevare inutili vespai.

Vittorio osserva, senza soffermarsi troppo, le espressioni dei partecipanti alla riunione, ben consapevole che si può spesso capire di più dal non detto che da quanto viene esplicitato verbalmente. E soprattutto, ciò che spesso non riesce a dissimulare il pensiero, è l’espressione del viso e la postura del corpo.

In particolare è evidente il cambiamento che si è verificato nell’espressione e nella postura di Jim Crossanfal, il capo della Space Investment Fund. Dal placido e bonariamente strafottente atteggiamento ostentato fino a poco prima, ora esibisce un’espressione più seria e concentrata, come se, mentre prima non si aspettava granché degno di nota e di attenzione, adesso fosse entrato in una modalità diversa, tipo “occhio a quel che succede, le cose sono in movimento”. Crossanfal ha la responsabilità di una grande moltitudine di investitori medio-piccoli, che rappresentano più del 50% del capitale investito nell’impresa del secolo: costruire la prima città orbitale. Sa che nessuno può ritenersi al sicuro da possibili crisi di fiducia, ma sa anche che ci vorrebbe un crollo verticale del progetto, perché migliaia di investitori si precipitassero a vendere i titoli acquistati. Diverso il caso dei grandi investitori, uno dei maggiori dei quali è rappresentato proprio dall’enigmatico Mr. Dorrison. Più difficili da identificare le motivazioni che li mantengono legati al progetto, e che potrebbero mutare anche repentinamente. Crossanfal ammette con sé stesso di essere spiazzato: si era aspettato un atteggiamento molto più intransigente, da parte dell’investitore segreto, che contribuiva per un buon 20% ai costi di realizzazione dell’opera. Il ruolo del cliente duro ed arrogante – in mancanza del quale tutti comincerebbero ad annusare aria di inconfessabili intrallazzi – si restringe a questo punto al solo Aribor Psychamp, CEO della Pinball & Co., l’altro grande investitore, che possiede poco meno del 30% delle quote del progetto. Crossanfal sta appunto meditando se gli toccherà associarsi al partito intransigente, a seconda della piega che prenderà la runione. E non è una decisione facile.

Chi appare sollevata, almeno agli occhi di Vittorio, che ne condivide gran parte dei crucci, è Severine che, con sua sorpresa, prende la parola. Vittorio capisce, ma la cosa non gli dispiace affatto, di essere appena stato (momentaneamente?) sollevato dall’incombenza di prendere posizioni politiche, soprattutto in merito al come maneggiare pubblicamente la patata incandescente del collaudo finale del sistema integrato.

L’uditorio si fa improvvisamente attento, consapevole che è in atto un cambiamento sostanziale: tutti pensavano che la CEO non avrebbe “bruciato” il suo program manager, se non in circostanze tali da giustificare una simile decisione. Molti capiscono che ci si sta avviando ad una possibile decisione, che renderà tutti i partecipanti a questo meeting corresponsabili di decisioni in larga parte discutibili, almeno quanto sono obbligate.

«Signori, se mi permettete,» esordisce, e volge rapidamente lo sguardo e vede una platea estremamente attenta ed in attesa. Riceve il tacito consenso a procedere, dunque procede, con l’ineluttabile fermezza di chi ha il coraggio di rendere palese ciò che altri pensano, non hanno il coraggio di esplicitare, e sono in qualche modo grati che qualcuno se ne assuma la responsabilità. «È chiaro a tutti, credo, che non possiamo permetterci di rendere pubblica fino in fondo la situazione che si è venuta a creare.» Si aspettava il mormorio, quindi si ferma un attimo, per dare modo ad un silenzio ancora più attento di ristabilirsi. Mentre si sentirebbe volare una mosca, se pure ci fossero mosche su O’Neill One, dunque riprende: «È altrettanto chiaro a noi, che nulla è realmente compromesso, visto che la Cinque ha il preziosissimo compito di prevenire i guasti e le usure premature dei componenti e sottosistemi d’impianto… ma tutti gli impianti ed i sistemi sono più o meno nuovi, e dotati di cicli di vita piuttosto longevi, dunque è estremamente improbabile che si verifichino fenomeni di usura, almeno nel primo anno di esercizio. E confido che l’attuale emergenza si risolverà ben prima di un anno.»

Psychamp fa un gesto con la testa, esprimendo insofferenza, e certo darebbe voce alla propria vigorosa opposizione, anche solo nell’eventualità che prendesse piede un atteggiamento di tolleranza ad un inconcepibile allungamento dei tempi di ripristino del livello 5 del sistema.

Ma Severine si è già resa conto della propria imprudenza, e riprende velocemente il controllo: «A scanso di equivoci, mi aspetto che la situazione si risolva entro massimo una settimana.» E così dicendo rivolge lo sguardo al suo program manager, che si affretta diligentemente ad assentire. «Se così non fosse, sarò io stessa a convocare la stampa e rendere pubblica la situazione.»

«Lei non farebbe comunque niente del genere, senza prima consultarci.» È ancora Dorrison a prendere in mano le redini, e rimettere a posto quello che è, pur sempre, un fornitore, sia pure il principale. Ha parlato in modo fermo ma gentile, come di chi apprezza l’intenzione di trasparenza ed onestà, ma vuole far rimarcare che una tale decisione deve essere presa al livello superiore. «E, comunque, anche concordando nel tenere riservata la vera portata della situazione» e qui si sofferma un attimo guardando Severine dritto negli occhi, come a voler far capire di essere al corrente che la vera situazione è ancora diversa da quella condivisa nella riunione «vorrei sapere come intenderebbe procedere, per quanto riguarda gli aspetti procedurali del collaudo, che non possiamo certo trascurare.»

«Ci stavo arrivando,» riprende Severine, abbassando gli occhi come una scolaretta che sa di essersi “allargata” indebitamente «ho già preparato un verbale di riunione, che riporta le non conformità rilevate, ne assegna la risoluzione al team di progetto, ed aggiorna il test readiness meeting esattamente ad una settimana da oggi. Fermo restando che si procederà anche prima, qualora ve ne fosse la possibilità.»

Così dicendo fa un cenno a Vittorio, il quale prontamente dà ordine ad Elvi di condividere sugli UDC dei partecipanti il documento in questione.

Nel documento sono descritti i risultati e le non conformità rilevate durante il test di collaudo, ovvero:

  • il livello 5 del sistema di controllo della stazione, operato con la presenza di operatori umani, ha superato positivamente tutte le procedure di test previste per la prova operativa finale
  • il test dell’autosufficienza continuativa previsto per 72 ore ininterrotte di funzionamento, ha dato esito negativo, essendosi rivelata necessaria la presenza di operatori umani durante il test
  • il test operativo finale sarà quindi ripetuto entro e non oltre 168 ore dalla data odierna

È il turno di Psychamp, che per tutto il tempo non ha nascosto la propria insofferenza. «E noi dovremmo acconsentire a questa farsa??!» esordisce, «Che figura ci faremmo, se la stampa dovesse avere sentore della verità?» Rivolge teatralmente gli occhi a squadrare gli astanti, ciascuno dei quali evita accuratamente di incrociare lo sguardo con chi si è assunto lo scomodo ruolo del censore. Nessuno ritiene di dover ripuntualizzare l’ovvio, già più che esaurientemente puntualizzato dalla CEO del main contractor. Ciascuno passa silenziosamente in rassegna le proprie magagne e mancanze, secondo il millenario adagio “chi è senza peccato scagli la prima pietra…” Il silenzio, carico di reticenze ed imbarazzo, si protrae ancora per qualche secondo.

«Tuttavia, capisco che non abbiamo in realtà alternative.» Nessuno dubitava che, dopo la sfuriata, il focoso CEO della Pinball sarebbe venuto a più miti consigli. «Ma non darò il mio consenso senza una contropartita. Se dobbiamo recitare, allora recitiamo.» E qui lo sguardo di Psychamp si sofferma brevemente ma significativamente su Severine, e poi su Berthold Crashworth e Stuart Barrisi, rispettivamente CEO della Ansyble e della Orion SE. Vittorio sa bene cosa significa: altre complicazioni manageriali, che verranno a rendere ancora più noioso e difficile il suo lavoro. Cerca di escogitare velocemente una qualche strategia per mitigare quanto sta per accadere, ma sa che suonerebbe debole, quindi si limita ad attendere il classico svolgimento: la punizione degli innocenti con conseguente premiazione dei colpevoli. Psychamp deve avergli tuttavia letto nel pensiero perché alza subito uan mano, a prevenire qualsiasi interruzione od obiezione.

«So tutto. Mi riferisco alla rottura del contratto di fornitura tra la NOP e la Ansible. E del conseguente ordine diretto dalla NOP alla Orion SE. Ma non è affar mio intromettermi nei rapporti tra fornitori e subfornitori. Se si è incrinato il rapporto di fiducia tra la NOP e la Ansible, sarebbe del resto assurdo e controproducente per il progetto, voler costringere le due aziende a continuare a lavorare insieme.» Severine annuisce con convinzione. Barrisi si sforza di non far trasparire la propria soddisfazione, mentre Crashworth si sta chiedendo perché aver sacrificato quella partita di pesca nel Mar dei Caraibi…

«Tuttavia questa modifica dell’organigramma del progetto dovrà restare anch’essa riservata, almeno fino alla conclusione positiva del collaudo. Quando, comunque, troveremo il modo di giustificare altrimenti la fuoriuscita della Ansible dal progetto, celebrandone comunque il grande contributo, ecc… ecc…»

Il silenzio intorno al grande tavolo si potrebbe tagliare col coltello.

«Siamo d’accordo?»

Ma tutti sono già affaccendati a porre la propria firma di accettazione del verbale di riunione.

«Lo prendo per un sì.»

[1]   Hawaian 3rd Millennium

[2] SCADA = Supervisory Control and Data Acquisition software, software di supervisione, monitoraggio e controllo di impianti complessi.

[3] FMECA = Failure Mode Effects and Criticality Analysis. La FMECA prende in esame tutti i possibili guasti e fallimenti di un sistema, ne analizza tutte le possibili cause, e la propagazione dei fallimenti a cascata su tutti i sistemi collegati o comunque in relazione col sistema analizzato.

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