29) Un test in bianco
Stazione Cislunare O’Neill Uno – Vittorio – D04-02/11/2042
La sala centrale di controllo è molto affollata. Vittorio ha convocato il capocantiere Rafael Cabrales, detto Rafal, il capo dei softwaristi Samhastranandanaguyaratni detto Sammy, Linus, botanico e medico di bordo e persino Bonheur, della cui funzione non è ben certo, ma del quale ha avuto modo di costatare più volte la grande cultura enciclopedica e la capacità di suggerire soluzioni originali ai problemi più strani.
Ovviamente il giovane Angel è al centro dell’attenzione, cosa che al soggetto in questione non provoca alcun piacere. Al momento sta osservando, con espressione piuttosto ingrugnita, il sinottico generale della stazione sul grande schermo centrale, volutamente limitato alla visualizzazione bidimensionale. Le regole di disegno delle interfacce umano-macchina continuano a prescrivere un massimo di sette elementi visuali in una pagina. Un numero superiore di elementi comprometterebbe la possibilità, per un occhio umano, di acquisire immediatamente la consapevolezza di possibili anomalie evidenziate dal sistema con una variazione del colore di acune icone, o con pop-up testuali in rilievo.
Sammy sta spiegando le possibilità di zoomare dalla vista generale al dettaglio dei sottosistemi. Cosa che Angel ha già intuito al primo sguardo, trovando quindi molto fastidiose le spiegazioni non necessarie, elargite da Sammy con la tipica condiscendenza dell’esperto che istruisce il neofita.
Angel si è già chiesto come si possono tenere sotto controllo più di 20 sottosistemi di impianto avendo a video nella schermata principale solo 7 elelementi grafici. Ma si è ben guardato dal formulare la domanda. Invece ha ispezionato velocemente le funzionalità SCADA del sistema, richiedendo al contempo alcune simulazioni di anomalie. Il che gli ha permesso di verificare che i 20 e più sottosistemi sono raggruppati nei 7 elementi grafici principali. Ogni elemento raccoglie i sottosistemi di impianto appartenenti ad una certa categoria. Ad esempio i sottosistemi di supporto vitale sono raggruppati in un unico elemento grafico raffigurante una persona stilizzata, nell’atto di mangiare e bere. Al sorgere di un’anomalia per esempio nel sistema di cucina e somministrazione dei cibi, il piatto delle vivande nell’immagine si illumina di colori diversi, a seconda della gravità dell’allarme, e compare subito un popup con la definizione testuale dell’allarme. È sufficiente che l’operatore umano diriga lo sguardo sull’icona in allarme, perché il sistema effettui uno zoom immediato sul sottosistema in questione. Si apre la pagina sinottica dell’impianto cucina e somministrazione dove, in non più di sette elementi grafici, è rappresentata l’intera catena, dagli enormi frigoriferi, alle stampanti 3d per la produzione di cibi a partire da polveri alimentari, agli impianti di cottura, ed infine ai robot di consegna dei cibi ai richiedenti. Gli altri elementi principali d’impianto non scompaiono del tutto, ma rimangono, molto rimpiccioliti, sulla destra dello schermo: dovesse verificarsi un allarme da uno degli impianti minimizzati, subito l’icona corrispondente si animerebbe, e basterebbe che l’operatore spostasse gli occhi in quella direzione per zoomare sull’impianto in allarme, abbandonando momentaneamente quello zoomato in precedenza. Che rimarrebbe tuttavia di dimensioni maggiori, intermedie, rispetto a quelli minimizzati.
Tutto questo è ovviamente disegnato per adeguarsi alle capacità percettive degli operatori umani. La Cinque non avrebbe bisogno di questi accorgimenti, essendo perfettamente in grado di tenere simultaneamente sotto monitoraggio continuo migliaia di elementi di controllo e supervisione. Angel rappresenta una discreta via di mezzo tra le capacità umane e quelle della super IA. Ovviamente il sistema non ha una modalità adatta per quelli come lui, quindi Angel deve costantemente scegliere tra la bradipesca modalità umana e la superveloce modalità IA. Per ottemperare a un logico ragionamento affidabilistico deve per forza adattarsi alla modalità più lenta. Ma la cosa gli è comunque causa di frustrazione, e le più che superflue delucidazioni di Sammy accrescono il fastidio. Per intanto ha trovato ed utilizzato il comando per passare alla modalità 3d, che già gli consente una maggior contemporaneità di elementi visuali, rendendo più grandi e dettagliati gli elementi zoomati, mentre tutto il resto si limita a ruotare in secondo piano e rimpicciolire, senza però perdere di definizione.
Linus è il primo a comprendere che il ragazzo impiega molto meno tempo ad autoistruirsi che a seguire la prolissa spiegazione del capo softwarista, ed appoggia con discrezione una mano sul braccio di quest’ultimo, che si gira con la tipica espressione che significa “Ma cosa vuoi? Non vedi che sto lavorando?”.
Vittorio ha colto tutta la pantomima, e indirizza a sua volta un’occhiata eloquente al suo amico e sottoposto, che sembra finalmente capire la situazione. Osserva meglio quello che sta facendo Angel, e si rende conto che non sta affatto pasticciando a caso con i comandi del sistema.
In realtà Angel è passato direttamente all’interfaccia wifi, quindi non ha neanche più bisogno di spostare gli occhi sui diversi comandi iconici. Grazie al passcode di livello 5 che ha ricevuto dallo Shifter, ormai dialoga direttamente con le IA di livello 4, che rispondono a lui come risponderebbero alla Cinque.
Ha scorso velocemente la lista delle procedure di test da eseguire durante il collaudo finale, e le sta ormai eseguendo, sia pure in simulazione. Sta sostanzialmente percorrendo il cosiddetto “test in bianco”, vale a dire che sollecita tutte le IA di livello 4, ciascuna delle quali manda in esecuzione le procedure di test che le competono, senza però comandare realmente gli impianti. I comandi si fermano all’ultimo livello di interfaccia fisica prima degli attuatori, le procedure simulano le risposte da campo, inserendo valori di temperatura, pressione, illuminazione, altezza di suono, vibrazioni, e tutto ciò che l’enorme rete di sensori può trasmettere al sistema senza averlo realmente letto nelle condizioni fisiche interne ed esterne alla stazione. Nel procedere con i test, non manca di riscontrare alcune non conformità di gravità minima, ma che segnala diligentemente al sistema di system engineering. Anch’esso completamente automatizzato, il sistema registra ogni problema riscontrato nel logbook degli errori.
Sammy si rende conto, non senza costernazione, che Angel gli sta assegnando il compito di risolvere tutti gli errori software riscontrati entro domani, prima del test vero e proprio. Si affretta quindi a riassegnare i compiti a tutti i programmatori competenti nelle diverse parti del sistema software oppure agli hardwaristi, quando il problema riguarda un componente hardware. Ovviamente bisognerà poi rieseguire un test in simulazione, prima del collaudo ufficiale, per verificare che gli errori siano stati effettivamente risolti.
Domani, durante il test di collaudo, si dovranno simulare anche fisicamente sia le condizioni di normale funzionamento sia le condizioni anomale, almeno quelle che non causano danni, e verificare che il sistema risponda a dovere a tutti i livelli.
Angel non prevede alcun problema nell’esecuzione del collaudo. Ha già verificato a quali difficoltà si troverà di fronte, ed ha annotato gli espedienti migliori per superarle.
Vittorio lo osserva con espressione molto compiaciuta. Non capisce bene come faccia a comandare il sistema a quella velocità e senza usare né le mani né la voce. Neppure il movimento degli occhi potrebbe servire per dirigere l’ ”orchestra”, a quella velocità. Si ripropone di chiedere spiegazioni al ragazzo in seguito, in privato.
Infine le immagini smettono di turbinare sul grande schermo. Le olografie 3d che sorgevano come funghi dal piano di lavoro, per consentire analisi di dettaglio di particolari di impianto, hanno smesso di comparire. Lo schermo torna a visualizzare la pagina del sinottico principale, senza neppure un allarme.
Dopo alcuni secondi, durante i quali Angel sembra ricapitolare l’esperienza appena vissuta, si rivolge a Vittorio.
«Non vedo alcun problema a sostituire la Cinque durante i test di collaudo.»
All’annuncio diverse espressioni preoccupate sulle facce degli astanti si distendono. Fa eccezione il viso di Vittorio, sulla cui fronte compare la ruga caratteristica di quando è seriamente preoccupato. Con un impercettibile cenno, invita Angel a continuare: «Ok, questa era la buona notizia. Adesso sputa quella cattiva.»
«Beh, non mi sembra dfficile da intuire.» E così dicendo si stringe di passata la parte inferiore del naso tra l’indice e il pollice della mano destra. «I problemi vengono in seguito. Se tutto va bene la Cinque non ha niente da fare, se non eseguire calcoli predittivi per anticipare malfunzionamenti, usure e consumi più rapidi del previsto, e controllare che non vengano eseguite manovre inappropriate, sia da parte di operatori umani che di robot. Lanciare eventuali richieste d’acquisto all’ufficio acquisti, richiedere lo smaltimento di parti usurate da rottamare. Tutto questo di concerto con le IA di livello 4, che in pratica fanno loro tutto il lavoro. La Cinque deve solo badare alla regolarità dei controlli, e ad eseguire controlli incrociati, confrontando i dati di diversi sottosistemi in modo correlato.»
«Il che comunque non è poco.» Osserva Linus, che ha già intuito dove il ragazzo vuole andare a parare.
«Beh… sì,» Ammette Angel «non è poco, ma si può fare, per qualche ora. Tuttavia, mentre un’IA è un sistema elettronico, che non si stanca e non perde mai concentrazione, qualsiasi operatore umano prima o poi ha bisogno di riposo, quindi non può sostituire da solo un’intelligenza artificiale.»
«Vero.» Risponde Vittorio «Avevamo già discusso questo aspetto. È ovvio che non possiamo pretendere di tenerti “acceso” sul sistema 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Avremo bisogno di istituire dei turni.»
Il program manager si rivolge adesso al capocantiere: «Rafal, dopo il collaudo positivo, ammesso che raccogliamo tutte le firme di accettazione (e non ti nascondo che la vedo un po’ dura, considerando che ci manca proprio la testa del sistema), quando è previsto l’avvio della normale operatività?»
«Se non si fosse verificato l’incidente, potevamo cavarcela in due giorni, con le riunioni di valutazione del test e le firme.» L’anziano capocantiere parla con la tranquilla sicurezza di chi, nella sua lunga carriera, ha vissuto centinaia di esperienze simili. «Nella situazione attuale, credo che saremo fortunati se basterà una settimana.»
La sentenza, che tutti si aspettavano, ma non osavano pronunciare perché spetta al capo, non tarda ad essere pronunciata: «Bene, allora in quella settimana dobbiamo trovare almeno un altro Angel, meglio ancora due.»
Nel frattempo è arrivato, dalla sede centrale della NOP, un bel contratto di consulenza in formato carta elettronica. E Vittorio lo porge con un certo rispetto al soggetto che si è appena augurato di poter moltiplicare. Angel lo prende, e comincia a leggerlo, con espressione corrucciata.
Scorsi velocemente i primi paragrafi, lo restituisce al program manager: «Non è a me che lo dovete proporre, ma alla RSU, di cui faccio parte. Io non potrei mai assumermi personalmente le responsabilità civili e penali che in questo contratto mi si chiede di sottoscrivere.»
«Oh cavolo!» Si acciglia a sua volta Vittorio «Adesso bisognerà riscriverlo da capo. Già che ci siamo, tanto vale anche aggiungere la richiesta alla RSU di fornirci se possibile qualche tuo collega per completare la squadra.»
Dopodiché, dettate poche istruzioni a Elvi, si dispone ad attendere che la NOP le inoltri la nuova versione del contratto.
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