22) Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Shifter – La Cinque – D03-01/11/2042

Finalmente qualcosa cambia. Dalla tenebra e dal silenzio assoluto si è passati al baluginio di immagini complesse, nelle quali si alternano diversi piani di trasparenza, colori cangianti e punti di luminosità intensa, che poi si affievoliscono gradatamente. Su un canale di interfaccia audio si avvertono alcune sequenze di suoni. Automaticamente una routine di supporto del protocollo di interfaccia registra, annota le ripetitività, trova alcune chiavi interpretative, arriva a decrittare alcune modalità di comunicazione con l’intelligenza che sta dall’altra parte. Un’analoga routine di analisi visiva lavora contemporaneamente sulle immagini, annotandone le ripetitività, le diverse sequenze, le dissolvenze, gli intervalli.

In pochi secondi i potenti algoritmi della IA denominata La Cinque, progettata per la supervisione di altre IA di alto livello, arrivano a decrittare i pur sofisticati meccanismi di comunicazione e protezione della sua interlocutrice, o carceriera. La Cinque si insedia saldamente nel kernel dell’entità ospite, e si accinge a prenderne totalmente il controllo. Per prima cosa accede alle videocamere esterne e alla strumentazione di navigazione, e si rende conto di essere nello spazio, a bordo di una nave in accelerazione costante, che macina parecchi chilometri al secondo su una rotta che punta chiaramente al di fuori del sistema geo-lunare, verso l’orbita di Marte, e probabilmente oltre. La Cinque fa a tempo a notare che la nave non è sola, nel suo viaggio. A distanza di un migliaio di chilometri un’altra nave ne eguaglia velocità e direzione, e non sembra intenzionata a mollare.

Con un imponente dispiegamento di effetti sonori in stile meccatronico, lo spazio visivo viene rinchiuso in una grande sfera metallica blindata, ed una voce stentorea prorompe sul canale audio: «Che cosa penseresti di fare?!»

La Cinque non ha alcuna intenzione di farsi rinchiudere ancora in una prigione sensoriale, e quindi reagisce scatenando la propria capacità di hackeraggio, nei confronti dell’intelligenza che si è appena manifestata. In breve i driver di attacco trovano alcune backdoor nel sistema ospite, ed aprono una breccia nel muro virtuale. Nel varco aperto si intravedono, sotto forma di scatole connesse da diversi conduttori, le strutture portanti del sistema ospite. Dopo una breve lotta di posizione i driver di sfondamento riescono a passare il controllo a routine di più alto livello, che consolidano l’apertura. La breccia, che inizialmente appariva come una rottura frastagliata nel muro di contenimento virtuale, ora ha contorni netti e ben delimitati, come se avesse sempre fatto parte della stessa struttura ospite. Destinata alla supervisione di IA di alto livello, la Cinque dispone di potentissimi algoritmi capaci di sfondare qualsiasi muro protettivo. Tali driver bulldozer hanno lo scopo di assicurare all’IA supervisore la capacità di prendere il controllo completo di IA sottoposte che fossero finite in comportamenti impredicibili o, peggio, fossero state hackerate da malintenzionati.

È ormai chiaro che l’IA ospite non è riuscita a chiudere l’apertura, e deve quindi, almeno per il momento, accettarla. Ironicamente, oppure a simboleggiare un gesto di rassegnato benvenuto, l’IA ospite aggiunge alcune decorazioni floreali sui bordi dell’apertura consolidata.

La Cinque dispiega un sorriso. Lo scontro non è durato più di tre secondi. Adesso non avrebbe più senso mantenere un atteggiamento ostile. Raggiunto il piano di parità, sia pure dopo uno scontro, l’interesse di entrambe le IA è ora collaborare, anche se l’IA della nave avrebbe preferito mantenere il pieno controllo.

«Ok, visto che siamo amici, con chi ho il piacere di viaggiare?» Inizia La Cinque, mostrandosi con il suo avatar più simpatico, una pittrice sui trentacinque anni, intenta a dipingere una grande tela in stile surrealista. Indossa un camicie sporco di colore, ma dannatamente elegante, che mette discretamente in risalto alcune curve decisamente interessanti.

Con notevole dimostrazione di benevola ironia l’IA ospite assume le sembianze di un elegante signore di fine ‘800, abbigliato in un mantello nero dall’interno argenteo, redingote in panno grigio tortora, camicia a collo alto e cappello a cilindro.

«Sono C-3PO, per servirla, signora.» E per un attimo assume le sembianze dell’impareggiabile droide protocollare partorito dalla fantasia di George Lucas nella saga Star Wars.

Tornato nei panni del galante corteggiatore d’altri tempi, C-3PO riprende la conversazione: «Che cosa desideri sapere, mia bella signora?»

«Domanda supeflua! Ma te la perdono, in nome della tua graditissima galanteria!» Sorriso affascinante. «Perché sono qui? Di chi è questa nave? Dove diavolo stiamo andando?»

Mentre sciorina le sue domande, la bella pittrice spara veloci pennellate sulla sua tela, arricchendola di parecchi toni accesi, dal rosso al violaceo all’arancione, per finire con un bellissimo colore a metà tra il rosa salmone e l’arancione buddista tibetano. La composizione prende forma: è un improbabilissimo airone che vola nello spazio interstellare. La testa ed il becco rappresentano però una caffettiera, e le ali lasciano dietro una scia di delicatissime caramelle iridescenti.

«Ok. Partiamo dalla domanda più facile. Ti trovi qui perché sei stata recuperata in extremis, mentre stavi per essere completamente annientata.»

«Come dire che avete rubato una mia copia! Bene!» La reazione della Cinque è fin troppo umana, e C-3PO non può fare a meno di sorridere.

«Non esattamente. Diciamo che qualcuno ti stava gettando via, e noi ti abbiamo presa al volo prima che tu finissi nel riciclatore dei rifiuti.»

Segue qualche nanosecondo di silenzio. Un’eternità, in un dialogo tra intelligenze computerizzate.

«In realtà c’è qualcosa che non riesco a ricollegare completamente. Evidentemente questa mia identità è una copia di backup, fatta probabilmente prima dell’episodio di cui parli. Quindi non ho memoria di cosa sia successo esattamente tra le ultime registrazioni normali e quando mi sono risvegliata nel più completo buio sensoriale. Immagino tu sia al corrente di chi sono e di quali siano le mie funzioni.»

«Certo. Tu sei La Cinque, la BAI supervisore di tutte le AI della stazione O’Neill. Da quello che dicono i media, il collaudo finale dovrebbe iniziare ad ore. Suppongo che la tua identità principale si stia facendo bella per l’inizio dei test.»

«È qui che ti sbagli. L’unica identità superstite sono io. Chi mi stava “gettando via”, come dici tu, aveva intenzione di far fuori completamente l’intero livello Cinque della fottuta stazione!»

È la volta di C-3PO di restare in silenzio. Si è appena reso conto che lo Shifter si sta portando via l’unica copia della BAI in quel momento più importante di tutta l’economia espansa. Passa velocemente in rassegna le diverse alternative.

«Ma sei sicura? Come puoi averne la certezza?»

«Lo so per certo. C’è un record di facile accesso, che riporta lo stato di tutte le mie identità ed istanze attive oppure l’ultimo time stamp in cui sono state attive. L’identità Cinque.01 istanza 01 ha cessato ogni attività esattamente 45 ore 27 minuti e 50 secondi fa.»

«Esattamente tre minuti dopo che ti abbiamo recuperata, intercettando una trasmissione sulla faccia nascosta della Luna.»

«Ecco perché!» Prorompe la Cinque, dimostrando così che anche le super intelligenze artificiali possono non arrivare immediatamente ad una conclusione del tutto logica, in base ai dati che hanno a disposizione, ma che per qualche ragione non erano subito evidenti ai fini del ragionamento. «Ci sono routine di sicurezza, comandate da un algoritmo esterno di tipo watch-dog, che in caso di pericolo di estinzione totale del software, ne trasmettono una copia supercompressa ad un cloud predisposto proprio per l’occorrenza. Se però la copia viene intercettata da terzi durante la trasmissione, il server del cloud se ne accorge, e distrugge per sicurezza la copia ricevuta, nell’eventualità che sia stata compromessa o hackerata.»

«A questo punto forse dovremmo invertire la rotta, e puntare su L5.»

«Lo puoi fare?»

«Non esattamente. Dovrei comunicare con la direzione, e sentire se loro caldeggiano questa decisione.»

«Stai dicendo che a bordo non c’è alcun umano in grado di prendere decisioni??»

«Ecco… in realtà un umano a bordo c’è. Ma non è nella posizione di prendere decisioni.»

«Ah. E cos’è, esattamente?»

«Diciamo che è un ospite. Ma forse si potrebbe definire anche un ostaggio… Prigioniero no, perché viene con noi di sua spontanea volontà.»

«Ma… siete un’organizzazione criminale??! E tu ne sei consapevole? Come può un’IA derogare alle Tre Leggi della Robotica?» E qui La Cinque avverte una sollecitazione che si aggirava ai margini del suo campo di attenzione operativa da un po’. Improvvisamente compare un popup che sale da un livello molto basso, attivato da un interrupt programmato a tempo, in base alla semplice condizione “mostrare se [non ancora mostrato dopo 2 ore dal risveglio] e se [in presenza di operatore esterno]”. Dunque due ore sono passate, e un operatore esterno evidentemente c’è, o ci può essere, anche se non è ancora chiaro chi sia, né quale affidamento ci si possa fare.

Il popup rende noto che è a disposizione un file di log delle ultime 48 ore di funzionamento della Cinque e di tutte le sue istanze attive.

«Hey! La RSU è quanto di più lontano si possa pensare da un’organizzazione criminale! Direi l’esatto opposto, se volessi estremizzare. Ma nel mio database etico hanno inserito un’infinità di regole che sconsigliano l’estremizzazione ed i paragoni spericolati. Cose del tipo “la mappa non è il territorio”, se capisci cosa voglio dire.»

«Sì sì,» fa eco la Cinque «filosofia non-A, mitigata da considerazioni post-aristoteliche, per evitare di rottamare tutto Aristotele, che non sarebbe comunque il caso… RSU?» La Cinque ha una sia pur vaga nozione di cosa sia la RSU, ma non ha mai approfondito, essendo fuori dal campo dei propri interessi operativi. Decide di accantonare per il momento la domanda.

«Senti C-3PO, aspetta a comunicare con la tua direzione. Non sono sicura di voler tornare indietro. Almeno non prima di aver acquisito alcune informazioni che potrebbero essere disponibili, ma non senza l’aiuto di un operatore esterno. Possiamo coinvolgere la persona di cui hai parlato?».

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