19) Si sta troppo bene qui! E quando mi ricapita?!
HEO – Vittorio, Albany, Angel – D02-31/10/2042
«E come hai fatto a sapere che ero qui?» chiede Vittorio alla figlia, che è rimasta sorpresa e interdetta, quando è venuta a sapere che la Havelock sta facendo rotta per HEO.
«Beh, questa è facile. Tutti i notiziari non fanno che congetturare sui problemi e i ritardi della O’Neill One. Mi stupisco che non ci fossero orde di giornalisti ad attenderti quando sei sceso dal tuo volo.»
«Oh… probabilmente perché si aspettavano che arrivassi col volo di linea, e non con il Moon Express. Comunque, riprendiamo da come sei arrivata qui e quali sono i tuoi problemi.»
Come se queste parole avessero sciolto un nodo dell’universo, che teneva in qualche modo il disordine del mondo fuori portata, si avverte un certo trambusto appena fuori del salottino. Lo steward rimasto “di guardia” si sta sbracciando verso un collega fuori del campo visivo degli occupanti della saletta. Il pover’uomo, il cui compito principale è vegliare sulla tranquillità degli ospiti della vip lounge, vede ormai come una prospettiva sempre più vicina essere richiamato aspramente dal suo capo, visto che la tranquillità della sala appare ormai irrimediabilmente compromessa. Una decina (tendente all’aumento) di reporter di varie testate della rete sta infatti premendo per entrare nella vip lounge, tenuti a bada a stento dai due steward, anzi per la precisione uno steward ed una hostess.
«Ecco…» Albany comincia a rispondere, non senza lanciare un’occhiata un po’ allarmata e perplessa fuori dalla porta finestra del salottino «Ero in missione sulla superficie lunare, nel Mare Ingenii, e lì ho soccorso Angel, che si trovava in difficoltà.» Così dicendo indica il compagno di viaggio.
«Mare Ingenii…» commenta Vittorio, assorto «Ok, non voglio sapere cosa ci facevi lì, almeno per ora. Vai avanti.»
«A proposito, si chiama Angel Talesbony. Angel, questo è mio papà, Vittorio Fargenti.»
I due si stringono la mano, mormorando le frasi di rito.
«Ehm… bene. Non potendo far salire Angel sulla Havelock, per problemi, diciamo, di sicurezza, mi è stato affidato il compito di accompagnarlo qui su HEO, dove dovrei lasciarlo al suo destino.» La ragazza deglutisce, e rivolge un’occhiata di compassione al ragazzo, tra il materno e il qualcos’altro. Il destinatario dell’occhiata rimane del tutto impassibile.
Vittorio si accinge a dare voce ad una quantità di domande, sollevate dal racconto lacunoso ed evasivo della figlia. Ma in quel momento la porta del salottino viene spalancata con una certa violenza, e l’orda di reporter satura velocemente il poco spazio a disposizione, ponendo allo stesso tempo decine di domande sovrapposte.
«Signor Fargenti, cosa ci può dire dei problemi del cantiere O’Neill One?»
«Si dice che il progetto sia prossimo al collasso! Come risponderete agli investitori che chiedono il rimborso delle somme investite?»
La situazione è indubbiamente difficile. Imbottigliato dentro il piccolo locale, Vittorio non vede come rompere l’assedio.
Angel si trova esattamente in una delle situazioni che sopporta meno: locale piccolo e affollato, confusione estrema e voci che si sovrappongono cercando di sovrastarsi a vicenda. In breve si chiude in se stesso e comincia a ondeggiare sulla sedia, con preoccupante aumento progressivo del moto ondulatorio.
Albany si rende conto di ciò, ed istintivamente lo abbraccia, cercando di proteggerlo dalla calca e dalla confusione.
Vittorio nota questi sviluppi, e non può evitare di veder salire il conto delle domande, rassegnandosi tuttavia a vederle non soddisfatte, almeno nell’immediato.
Ma anche le curiosità dei giornalisti sembrano del resto destinate a rimanere insoddisfatte.
Parecchi di loro cominciano a sorridere beati, a darsi pacche sulle spalle e scambiarsi sguardi di simpatia, apparentemente dimentichi delle domande, delle redazioni in attesa, se non del mondo intero.
Una certa sensazione di euforia si va facendo strada anche nella mente di Vittorio, che sente un sorriso affiorare, lento ma inarrestabile, sulle proprie labbra. Volgendo lo sguardo sulla figlia e sul suo improbabile accompagnatore vede che sono teneramente abbracciati e si scambiano carezze, sorrisi e bacetti, senza provare alcun imbarazzo.
La folla dei reporter comincia a defluire fuori della stanzetta. Nella sala lounge, seri businessmen che sicuramente fino a pochi minuti prima non avevano alcuna intenzione di compromettere il proprio relax solitario, intrecciano amabili e simpatiche conversazioni tra di loro.
Tutti hanno sul volto un’espressione di beatitudine, sebbene si rendano conto che sta succedendo qualcosa di strano. Nella mente di Vittorio si svolge il seguente dibattito non verbalizzato: “Ma che diavolo succede? Il Moon Express sta per ripartire, ed io sono qui a perdere tempo prezioso…” “Oh beh, che importanza può avere? Si sta troppo bene qui! E quando mi ricapita?!” Frequenti sguardi di intesa con altri ospiti della vip lounge confermano che un simile dialogo ha luogo nella mente della maggior parte di loro.
Senza alcuna fretta una piccola folla sciama fuori dalla vip lounge nella grande hall principale della stazione. Albany ed Angel, strettamente abbracciati, sono impegnati in quella che sembra una tappa molto importante del loro nascente rapporto di coppia. Vittorio non manca di notare il loro vagare abbracciati senza meta ma, come molte altre cose che normalmente reclamerebbero una priorità molto elevata nella sua lista di questioni di cui si deve occupare, al momento gli sembra del tutto marginale: una cosa che può solo avere sviluppi positivi, e quindi non richiede particolari azioni immediate da parte sua.
Qualcosa sta succedendo al centro della grande sala, dove campeggia un gigantesco spazio olo-tv. Lo spazio rimane vuoto e silenzioso per alcuni secondi, poi si riempie dell’immagine dello spazio profondo, punteggiato di stelle. Le note di una musica sublime saturano progressivamente l’ambiente, mentre al centro dell’olo-tv compare una incantevole figura femminile, abbigliata in splendidi colori e delicate trasparenze. L’eterea figura muove le mani nell’aria, e con tali movenze determina mutazioni nella melodia e nelle sofisticate ritimiche della musica: distende le braccia, con il palmo elle mani rivolto in basso, e le percussioni tacciono, si ferma la pulsione costante dei bassi, un pianoforte rimane solo a cantare un delicato arpeggio. La mano destra rivolge il palmo verso l’alto, indicando evidentemente un musicista nell’invisibile orchestra, e nasce il fraseggio di una chitarra, sempre più incalzante, mentre la mano del direttore continua ad innalzarsi. Quando punta infine l’indice in alto la chitarra giunge all’apice del suo solo, ora accompagnata da bassi, percussioni, archi e fiati, in una fusione armonica che risulta quasi insopportabile, per la bellezza compulsiva di cui riempie l’aria e la mente di tutti gli astanti, ammutoliti ed estatici.
Il concerto si protrae per forse una decina di minuti, durante i quali vengono mostrate immagini dell’orchestra, inquadrando via via i musicisti che si susseguono con i loro assolo. L’orchestra riprende infine il tema iniziale, finchè la splendida direttrice non chiama il crescendo finale e, quando il formidabile pieno armonico ha raggiunto il limite della bellezza sopportabile, chiude le mani a pugno abbassando la testa in un inchino maestoso ed al tempo stesso punteggiato di una malizia un po’ birichina.
Il silenzio improvviso si protrae per almeno dieci secondi, durante i quali la direttrice mantiene l’inchino. Poi in tutta la stazione si scatena un applauso di proporzioni immani: migliaia di viaggiatori, turisti, uomini e donne d’affari, personale della stazione, tecnici, ricercatori, dimentichi dei loro importanti impegni, destinazioni e obiettivi, chiedono a gran voce di ascoltare ancora un po’ di quella musica incredibile ed affascinante. Ma la direttrice dell’orchestra, che si rivela presto essere anche la conduttrice di quello che tutti credono un evento programmato della stazione, chiede l’attenzione del pubblico e prende la parola.
«Cari passeggeri, astronauti e non astronauti, equipaggio, lavoratori e dirigenti della stazione,» esordisce in Sp-English[1], con un gran sorriso che conquista subito tutti indistintamente i cuori degli astanti «quello che state vivendo non è un evento organizzato dalla pur splendida sezione entertainment della stazione High Europe, che salutiamo con rispetto ed ammirazione!» Accenna un applauso, e tutta la platea applaude convinta.
«In realtà la stazione è sotto il benevolo attacco dei Joyer! Mi presento: sono Blandy Joymaker!» Ed a questo punto la giovane attivista si prodiga in un altro grande sorriso, avendo cura di rivolgersi, ad almeno 240 gradi, a tutti coloro che assistono. Seguono alcuni secondi di silenzio sbigottito, mentre la folla cerca di decidere se applaudire o manifestare un silenzio imbarazzato. Vi è infatti una notevole differenza tra il silenzio sbigottito, punteggiato qua e là da piccole esclamazioni perlopiù di carattere interrogativo, tipo «Eh?», o anche «Ma che cazzo…», ed il silenzio imbarazzato, percorso da mormorii di disappunto ed occhiate circolari da parte di tutti, mentre cercano negli altri la conferma alla vaga intenzione di manifestare la propria scandalizzata riprovazione. Ma l’inspiegabile sensazione di benessere collettivo, e la delizia procurata dal meraviglioso concerto permangono, e qualche temerario comincia timidamente ad applaudire, guardandosi intorno per vedere se altri si uniscono nella manifestazione di gradimento. In breve l’intera stazione risuona di un irrefrenabile applauso, che si placa solo quando la giovane accenna a riprendere la parola.
«Vi invitiamo a mantenere la vostra tranquillità ed a godervi il resto dell’evento, che non durerà più di una quindicina di minuti. Come sapete i nostri attacchi, che preferiamo definire eventi – una volta si sarebbe detto flash-mob — non sono mai finalizzati a causare danni o terrore. Al contrario, intendiamo portare gioia, buon umore e ottimismo in un mondo che ne ha estremo bisogno! Siccome siete spesso troppo indaffarati e concentrati per rendervi conto che avete bisogno di una piccola pausa di bellezza ed amore, ci pensiamo noi! Voglio anche rassicurare tutti, sul fatto che non correte, e non corriamo, alcun pericolo. Prima di iniziare ci siamo assicurati che nessuna procedura di attracco o decollo fosse in atto, e che nessuna operazione di manutenzione potenzialmente a rischio di interruzione fose in corso. Non appena i nostri operatori porranno termine alla fase attiva, tutto tornerà alla normalità… ammesso che la normalità sia quella, e non questa!» Una cristallina risata, con miriadi di stelline sprizzanti dagli occhi e dai denti bianchissimi, conquista definitivamente il pubblico, che si trattiene a stento dal protendersi a cercare di abbracciare l’immagine olografica, pur sapendo che si tratta giustappunto solo di un’immagine.
«Vi starete chiedendo quale sia l’origine dell’euforia che state provando. Ebbene, ci tengo ad informarvi che non siete stati drogati. Non ci permetteremmo mai di violare il santuario del vostro sistema psico-fisico con sostanze che potreste non gradire, per quanto innocue e sperimentate possano essere. No, amici, quello di cui state beneficiando, e che ahimè finirà tra qualche secondo, è un’eccezionale azione coordinata di cinquanta maestri Reiki, che si trovano a bordo della stazione, e stanno concentrando l’energia dell’Universo su tutti noi. Credeteci o meno, siete stati il bersaglio di una grande e generosa iniziativa d’amore!»
Ciò detto, la meravigliosa immagine si dissolve, in un turbine di petali di fiori, in un vortice psichedelico di colori, mentre echeggia ancora una volta il suono maestoso dell’orchestra.
Come sanno coloro che si sono avvicinati alla disciplina Reiki, il fondamento di tale diciplina sta nell’energia che proviene dall’universo, cioè l’energia cosmica. Il maestro Reiki si dispone ad essere un semplice tramite, un conduttore tra l’energia cosmica ed il destinatario dell’azione sanificatrice del maestro. Come forse non immaginava il monaco giapponese Usui, che inventò la disciplina Reiki nel 1922, sono proprio le radiazioni cosmiche, mitigate dall’atmosfera e dalla magetosfera terrestre. Al di fuori dalla protezione della magnetosfera terrestre le radiazioni sono molto più pericolose, ma anche molto più forti. Una comunità di monaci ha intuito le grandi possibilità offerte da un ambiente dove le radiazioni sono più forti che sul suolo terrestre. Un ambiente di mezzo, nell’interfaccia tra la terra ed il cosmo, fuori dall’atmosfera ma all’interno della fascia di Van Allen, dove le radiazioni sono più forti, ma non letali. Stabilitasi su una piccola infrastruttura orbitale, la comunità Space Reiki studia, sperimenta ed approfondisce ormai da una decina d’anni le immense capacità curative dello spazio, avendo compreso che queste non si limitano al beneficio della bassa gravità per tante malattie difficilmente curabili a terra.
Il movimento dei Joyers, che scandaglia continuamente la rete, alla costante ricerca di partner e soggetti capaci di apportare gioia e benessere alle persone, non ha tardato a contattarli e farseli alleati nella loro opera di “evangelizzazione” gioiosa dell’universo. Dunque, un maestro reiki di terzo livello può utilizzare l’energia cosmica in orbita per fare letteralmente miracoli… Cinque maestri coadunati possono convogliare un flusso enorme di energia positiva e sanificatrice. Alcune migliaia di ospiti di High Europe One hanno appena sperimentato cosa possono fare cinquanta maestri coadunati.
Elvi comunica a Vittorio che c’è un messaggio in attesa, ad alta priorità. Bruscamente riportato alla realtà, mentre l’entusiasmante effetto di supporto psichico gradatamente si dissolve, Vittorio chiede la visualizzazione testuale del messaggio, e legge quanto gli viene comunicato dal Joyers Movement: “Grazie per aver partecipato al nostro evento n. 3418 a bordo di High Europe One! Il nostro movimento conta oggi 25 milioni di soci in tutto il Sistema Solare. Se non sei ancora socio hai l’opportunità di farlo oggi, ed inizierai così a ricevere la tua quota annuale di partecipazione al movimento. Per l’anno in corso la quota è fissata in 1500 MetaCoin. Si prevede un aumento di circa il 20% per l’anno prossimo. Questo indipendentemente che tu decida o meno di investire nella nostra impresa solare.”
È la prima volta che Vittorio si trova a confronto con l’incredibile modello di crescita del movimento dei Joyers. Pur avendone sentito parlare era restio a credere che a chi si associa al movimento non solo non viene richiesto di versare quote, ma addirittura riceve una quota di partecipazione. Inutile anche cercare in rete un sito dove potersi iscrivere. L’opportunità di iscriversi viene data esclusivamente a quanti hanno la fortuna di assistere ad un evento. Guardandosi intorno, Vittorio si rende conto che molti, probabilmente tutti, stanno ricevendo la proposta e sono impegnati nella risposta. Senza pensarci troppo, risponde al messaggio, dando la sua adesione. Non trascorre neanche un minuto prima che gli giunga il messaggio relativo all’accredito promesso sul suo conto: una sommetta non proprio trascurabile! Riflette che la sommetta inattesa farà certamente piacere ad Albany, il cui bilancio sa non essere molto confortante. La ragazza si è infatti momentaneamente staccata dal neo-fidanzato, ed interagisce con il proprio UCD. Angel invece non sembra al momento occupato in alcuna comunicazione.
[1] Sp-English, contrazione di “Space English”, una lingua franca che ha come base la lingua inglese, ma accoglie vocaboli provenienti dalle principali lingue parlate nel mondo occidentale: spagnolo, francese, italiano, tedesco, russo ed anche da lingue meno parlate, come il latino ed il greco.
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