15) Ma gli umani ce la possono fare?

Stazione Cislunare O’Neill Uno – Linus – D02-31/10/2042

«La situazione sta diventando insostenibile.» Linus profferisce il commento come se parlasse del tempo più o meno caldo in un pomeriggio estivo sulla Terra. Intanto sorseggia un cappuccino, appoggiato al bancone del bar, dietro al quale la bella Cairo invita con un gesto il piccolo robo-barman a mettere nella lavastoviglie sterilizzatrice tazze, tazzine e bicchieri sparsi su tutta la superficie del banco. Il dispositivo si da’ da fare per qualche secondo, e tutto sparisce nell’orifizio che si è aperto al limite destro del bancone. Poi passa a ripulire ed asciugare la superficie. Nel fare questo tocca gentilmente i gomiti degli avventori, e si dispone lì vicino, attendendo con pazienza che questi si scostino quello che basta per far passare il bartender automatizzato.

«Ormai qui è arrivato il mondo, e tutti sono estremamente irritati perché il meeting che doveva iniziare ieri non è ancora iniziato, e le comunicazioni della direzione NOP sono a dir poco evasive.» A parlare è stato Cabrales, il capocantiere, che appare particolarmente agitato. Ormai la notizia della sparizione della Cinque si è diffusa, perlomeno tra i tecnici e lo staff manageriale. Non ci vorrà molto perché la verità trapeli anche al di fuori del team, e quindi diventi di dominio pubblico.

«Forse faremmo meglio a dare inizio al meeting comunque, e fornire una spiegazione plausibile per il pubblico. Potremmo dire che ci siamo resi conto che la Cinque non è pronta per il test di collaudo finale, e che ci servono ancora alcune settimane. Nel frattempo magari riusciamo a trovare un backup…» Sammy ha detto la sua, ma dallo sguardo perso nel vuoto si capisce che non ci crede neanche lui. Non c’è grande voglia di scherzare, nel gruppetto di colleghi che condividono la responsabilità del commissioning dei sistemi della stazione.

«Ma… bisogna considerare», interviene Bonheur, che è rimasto in silenzio fino a quel momento, «che tutti i sottosistemi ormai funzionano alla perfezione.»

L’apertura gli vale l’attenzione di tutti gli astanti, che adesso lo guardano con espressione interrogativa. Cabrales accenna un’alzata di sopracciglia, con le labbra leggermente corrugate, ad esprimere un certo scetticismo. Poi però sembra ricordare che raramente il vecchio signore esterna sciocchezze, quindi si dispone ad ascoltare il resto con attenzione partecipe.

«Qui mi dovete dire voi:» riprende quindi Bonheur «si potrebbe mandare avanti la stazione con un supervisore di livello 5 umano? Che rischi ci sarebbero, in realtà?»

Linus fa per prendere la parola, ma si rende conto che la prima risposta compete ad un tecnico informatico, anche se ritiene di saperne almeno altrettanto, ma non lo rivendicherebbe mai in pubblico. Gira quindi lo sguardo su Sammy, che, rassegnato, tira il fiato e stringe le labbra, decidendo da dove cominciare.

«Beh, ci sono moltissimi rischi. In primo luogo, dobbiamo pensare ad una supervisione 24/24. Quindi parliamo di turni. Ci servirebbe una squadra di supervisori, con turni non superiori alle 4 ore. Non ci si potrebbe permettere nessuna disattenzione, stanchezza o noia.»

«Non sono del tutto d’accordo.» si inserisce a questo punto Linus. «La cosa della squadra con turni di 4 ore è ragionevole.» Sammy assentisce ed accenna un mezzo sorriso.

«Ma non mi preoccuperei tanto di tenere sempre gli occhi incollati ai monitor. Un qualsiasi software SCADA commerciale è in grado di gestire l’archiviazione dei dati rilevati da campo e gli eventuali allarmi con segnalazioni acustiche e visive. Questo gli SCADA lo fanno da almeno 80 anni. Concentriamoci su quello che fa davvero l’IA di livello 5, ossia l’attenzione predittiva dei malfunzionamenti, osservando l’andamento combinato di variabili che non sono ancora neppure in zona di preallarme, ma che possono portare ad un malfunzionamento. Da notare che ogni IA di sottosistema fa già questo per quanto riguarda il sigolo impianto che gestisce.»

«Certo, questo ha senso.» riprende Sammy, concedendo all’amico l’apprezzamento della rispondenza a verità del ragionamento. «Ma quello che le IA di sottosistema non sono in grado di fare è la correlazione incrociata tra le variabili ed i comportamenti dei singoli sottosistemi. Ad esempio…»

«Scusate…» Cabrales ha visto una comunicazione prioritaria in arrivo sul suo UCD, e si allontana dagli amici per poter rispondere.

«Ad esempio,» riprende Sammy «supponiamo che il sistema di condizionamento manifesti un certo affaticamento nel mantenere i setpoint di temperatura ed umidità negli ambienti abitati… ah… non ancora valori oltre la soglia di allarme, parlo di profili persistentemente al di sopra dei valori normali, anche se di poco. Al tempo stesso il sottosistema che monitorizza le emissioni solari rileva un aumento progressivo dell’attività solare. La Cinque lancerebbe qualche simulazione, esaminando diverse ipotesi di evoluzione delle grandezze implicate, eseguirebbe routine diagnostiche più pesanti rispetto a quelle normali, e potrebbe decidere ad esempio di anticipare la manutenzione di alcuni componenti, rispetto al calendario normale. Indagherebbe inoltre sulle cause dell’usura di quei componenti, più elevata rispetto alle previsioni.»

«Sembrerebbe non essere un grande problema.» interloquisce Cairo «Gli stessi ragionamenti potrebbero essere fatti dai supervisori umani, giusto?»

«Uhmm… sì.» risponde Sammy, cui dispiace dover contraddire la sua affascinante barista. I trasfertisti soffrono in genere di solitudine, mista ad una sensazione di avventura imminente. Si dividono in due categorie: quelli che si gettano su qualsiasi occasione di fare sesso, e quelli che sognano avventure romantiche, cercando soprattutto dolcezza, dove il sesso sia una componente, ma non la principale. Sammy appartiene a quest’ultima categoria.

«Un supervisore umano potrebbe fare il lavoro, ma con molti limiti. Considera che il database di correlazione di incroci di condizioni potenzialmente anomale comprende qualche decina di migliaia di regole e criteri di applicazione delle stesse. È a questo che servono le IA: non ne dimenticano neppure una, e le passano sempre in rassegna tutte, prima di decidere… In compenso il supervisore umano ha la capacità di valutare quali condizioni sono davvero potenzialmente pericolose. Ovviamente a volte sbaglia. L’IA invece il più delle volte ti manda a sostituire un componente che potrebbe ancora funzionare per qualche altro migliaio di ore. Si possono ovviamente variare i settaggi della IA per renderla più o meno sensibile all’effettiva gravità dei potenziali problemi riscontrati o previsti, allo scopo di diminuire l’impatto economico degli interventi, vale a dire ridurne il numero in modo più o meno sicuro…»

Cabrales ha terminato la telefonata, e si avvicina risoluto al bancone del bar: «Ordini dalla NOP. Convocare subito il meeting, e comunicare che procederemo ad un collaudo dei sistemi integrati con supervisori umani. Bisognerà apportare qualche modifica alle procedure di test, in modo da predisporre le simulazioni necessarie, tenendo conto del supervisore umano anziché IA.»

«Chi terrà la relazione?» chiede Linus, pur sapendo già la risposta.

«Il capocantiere.» risponde Cabrales, con espressione contrita, indicando se stesso con ambedue i pollici.

«Ma, che ne è del nostro program manager?» chiede Cairo.

«Sembra sparito anche lui. Come la Cinque…»

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