4)    Di che segno sei, se sei nato nello spazio?

Linus – D01-30/10/2042

«Non voglio certo mettere in dubbio le tue competenze astrologiche, Bonheur, ma mi sai dire di che segno zodiacale saranno quei poveri bambini che nasceranno qui, sulla stazione Cislunare O’Neill Uno?» Linus beve un sorso della sua eccellente birra tedesca doc, soffermandosi brevemente ad esaminare il retrogusto, se per caso si possa rilevare qualche differenza tra la stessa birra bevuta a Dusseldorf e quella bevuta lì, sulla stazione cislunare. Soddisfatto dell’esame, torna a fissare l’interlocutore con espressione vagamente interrogativa, appoggiandosi al bancone del bar. Dall’altra parte del bancone sua moglie, Cairo, asciuga i bicchieri ed osserva con aria blandamente sorniona l’evolversi della discussione.
L’astrologo così apostrofato, Bonheur, mantiene un contegno silenzioso, arricciando lievemente le labbra ed alzando di qualche millimetro le sopracciglia, come a voler rimarcare la scarsa rilevanza della domanda. Ma è tutta scena. Linus sa benissimo che il vecchio enigmatico signore va a nozze su quel tipo di domande, e non perde occasione di manifestare la sua cultura più che enciclopedica. Dunque l’anziano dottore cambia leggermente posizione, ergendosi per quanto lo consentono i sedili ergonomici che contornano il bancone sagomato del bar, che sembra disegnato apposta per permettere a tutti gli avventori di guardare in faccia chiunque altro.
«Uhm…» profferisce infine, «le costellazioni viste da qui sono più o meno le stesse che si vedono dalla Terra… certo la mancanza principale sarebbe proprio la definizione astrologica della Terra. Lo zodiaco tradizionale considera 10 “pianeti”, inclusa la Luna, ed esclusa la Terra (che è al centro)… Si dovrebbe concepire uno zodiaco solare, postcopernicano. O diversi zodiaci, che mettano al centro ogni pianeta, inserendo il pianeta Terra tra gli altri, che influenzano il tema natale delle persone. Per i nati su Marte, su Venere, sulle lune di Giove, ecc…»
Linus, che da qualche tempo va curiosando in rete sull’argomento, non si lascia prendere in castagna, e sta per riprendere la parola, ma come spesso succede, la moglie glie la soffia per una frazione di secondo, con tipica destrezza femminile: «Ma l’astrologia è forse uno strumento di comunicazione e comprensione umana. L’influenza dei pianeti sul carattere delle persone è poco più che un pretesto, per entrare in comunicazione ed aiutare le persone ad uscire dalle proprie crisi esistenziali… psicologi che usano strumenti non convenzionali per indurre le persone a parlare di sé e tirare fuori le contraddizioni che le bloccano…»
Linus sa bene che la moglie spesso si diverte con i Tarocchi, e non rifiuta di fornire oroscopi a quanti ne fanno simpaticamente richiesta, ma si guarda bene dallo scherzare sull’argomento di fronte ad altri. Tuttavia non riesce a mascherare del tutto un’espressione di blanda sufficienza, generata dal fastidio di essere rimasto con le parole sulla soglia della bocca. Il che non fa che stuzzicare ulteriormente il carattere bellicoso della donna, sempre incline alla provocazione, sia pure con grande simpatia e non senza ammiccamenti spesso maliziosamente allusivi…
«Inoltre, tenete conto che l’astrologia odierna fa ancora riferimento alle posizioni delle costellazioni del tempo dei Babilonesi! Altrochè Zodiaco Solare!» E si dispone a braccia conserte, in attesa di ulteriori argomentazioni da parte di Bonheur. Con questa mossa, la bella Cairo si è qualificata come principale interlocutrice nella discussione, marginalizzando tranquillamente il marito, ed ora se ne sta bella tronfia ed impettita, con quell’espressione tipica che assumono spesso certe donne italiane (in particolare toscane), che esprime il loro estremo gusto della polemica verbale, dell’arguzia ed acutezza delle argomentazioni contrapposte.
Ma Linus ne ha una lunga esperienza, e non si lascia certo sbertucciare dalla moglie, che peraltro ama profondamente, riamato. «Mmh… il discorso si fa interessante! Psicologi, dunque sciamani… vedo entrare Castaneda, Jodorowky, Barba, Grotowsky, teatro magico, psico-magia terapeutica… e persino Gurdieff…»
Bonheur drizza subito le orecchie, e gratifica Linus di uno sguardo acuto ed attento. Per lui  ̶ grande studioso dei cosmisti russi  ̶ questi riferimenti sono un ulteriore invito a nozze. Sembra mettere da parte il riferimento per un ulteriore stadio della discussione, e risponde a Cairo: «Ma la suddivisione dei segni zodiacali è del tutto arbitraria, e come hai fatto giustamente notare, non corrisponde ormai da millenni alla posizione delle costellazioni. L’astrologia è un linguaggio, diverso da quello scientifico, come la musica, per esempio… un altro tipo di linguaggio magico, che sposta la percezione della gente, e la rende aperta a considerare nuove visioni del reale…»
È il momento buono per Sammy, di inserirsi nella conversazione. È uno dei tecnici che lavorano all’installazione delle Intelligenze Artificiali, i livelli 4 e 5 di gestione degli impianti della stazione. Sammy è indiano, di Mumbay. È giovane, fa parte ormai della terza generazione di brillantissimi tecnici e softwaristi cresciuti con, ed artefici della, grande rivoluzione industriale che l’India vive sin dai primi anni 2000, e che incubava da lungo tempo in precedenza. Il suo nome è molto più lungo e difficile da pronunciare per degli occidentali, qualcosa tipo Samhastranandanaguyaratni, che tutti abbreviano familiarmente: Sammy, appunto.
Grazie a Sammy ed ai suoi colleghi, tutti gli impianti, compresi quelli di supporto della vita e dei sistemi biologici vegetali ed animali, ormai funzionano decentemente, ed i loro sistemi di automazione, monitoraggio e supervisione, fino al livello 4, sono stati collaudati con successo. Manca il collaudo del livello 5, l’intelligenza sintetica che si occuperà del controllo continuo di processi di per sé poco predittibili, quali la maggior usura di parti meccaniche a dispetto dei cicli di vita previsti, la saturazione di memorie elettroniche, l’eccessivo bombardamento delle pareti esterne ad opera di sciami micrometeoritici, ecc… Il livello 5 si avvale non soltanto dell’infinità di sensori già rilevati dai sistemi di monitoraggio dei livelli inferiori, ma anche di un esercito di propri bot di controllo, adibiti alla sorveglianza continua, 24/24h, volta ad identificare qualsiasi particolare che si discosti da quanto considerato normale, ottimale o almeno entro i valori di tolleranza. Un’infinità di regole sono affluite per mesi e mesi nei database, fornite da una moltitudine di esperti umani di tutte le discipline coinvolte nell’immane progetto della prima città spaziale, praticamente un organismo vivente, dal quale dipende la vita delle persone che la abitano, ed il risultato stesso di questa moderna Torre di Babele.
I motori inferenziali delle IA vengono sottoposti a procedure di test sterminate, finalizzate a trovare gli errori della programmazione, e ad evidenziare regole o gruppi di regole ancora mancanti. Il compito dei softwaristi non è certo quello di eliminare le innumerevoli contraddizioni ed incoerenze che allignano tra i milioni di regole che trovano posto nel database; quanto piuttosto addestrare i motori inferenziali a convivere con tali contraddizioni ed incoerenze, sviluppando la capacità di operare di volta in volta delle scelte pragmatiche, basandosi sull’analisi puntigliosa e puntuale delle condizioni del contesto, cogliendone gli aspetti che suggeriscono l’opzione temporanea più conveniente in quel momento ed in quelle condizioni. Una competizione ormai serrata tra l’intelligenza umana e quella artificiale, in cui spesso è proprio la seconda che si trova ad esprimere in vari modi la propria insicurezza. Più diventa intelligente, più l’IA diventa dubbiosa, perché consapevole della vastità delle condizioni e delle possibili varianti per ogni singolo problema che le viene proposto di risolvere. L’IA comincia a rendersi conto della propria tendenza a sottovalutare i rischi e le minacce, proprio perché i database delle regole e le informazioni acquisite sono sempre troppo limitati rispetto alla molteplicità delle situazioni e delle condizioni.
Tuttavia l’umanità è progredita spesso proprio grazie alla propria capacità di sottovalutare i rischi e di scegliere in base ad intuizioni geniali, capacità di individuare sentieri e passaggi anche molto stretti che però permettono di andare oltre gli ostacoli e gli impedimenti, grazie alla quale l’umanità è progredita e si è evoluta fino a spiccare il salto verso le stelle.
Le IA più evolute sembrano consapevoli di avere molto da imparare, e sottopongono i loro test engineer umani ad estenuanti tour de force di domande. Sammy è reduce da un turno particolarmente pesante e, nel tentativo di rilassarsi, si sta scolando la terza birra. Intanto non perde di vista le generose forme della bella barista. Nutre grande rispetto ed amicizia per Linus, ma non prova nemmeno a mantenersi insensibile al fascino intrigante di Cairo… Posa il boccale sul tavolo.
«Forse dovremmo dotare la Cinque di qualche conoscenza astrologica!» I tecnici chiamano familiarmente “la Cinque” il livello più alto della grande rete di IA in corso di collaudo «Così magari potrebbe prevedere i guasti e gli incidenti con anticipo sufficiente ad evitarli.»
Cairo ride della battuta, permettendo al proprio sorriso di aleggiare sulle labbra in direzione del tecnico, quel secondo in più che ha valore di innocente (?) flirt. Sammy riprende il boccale e si concede un sorso generoso, mantenendo la direzione dello sguardo inequivocabilmente a metà strada tra gli occhi della barista ed il suo generoso decolté.
Di tutto questo Bonheur sembra assolutamente inconsapevole, e riprende il discorso. «A proposito, ma il nostro program manager, non doveva essere già qui oggi?»
Linus esita a rispondere. Bonheur non ha incarichi ufficiali. In verità nessuno sa chi paghi per la sua costosa trasferta sulla stazione, né quale sia lo scopo della sua presenza. Tuttavia mette il naso dappertutto, e nessuno osa chiedergli a che titolo. Anche questa volta Linus avverte la domanda come una lieve ingerenza indebita, tuttavia il vecchio enigmatico fa sempre mostra di un’adorabile educazione “d’altri tempi”, e proprio non è possibile rispondergli male o non rispondergli. «In effetti è così. Doveva essere qui già ieri, in realtà. Sarà stato trattenuto.»
Linus sente un po’ la stazione come se fosse sua, e si trova spesso a preoccuparsi di cose di cui non sarebbe tenuto a preoccuparsi, considerando le sue mansioni. È il botanico della stazione, ed è anche il medico di bordo, almeno per il momento, fin quando la popolazione di Cisluna O’Neill One si limita ai circa 300 tecnici che stanno ultimando lo startup dei sistemi di bordo. Linus ha vissuto a bordo fin dai primissimi giorni in cui la stazione è stata abitabile, prima ancora che fosse impressa la rotazione, e ci fosse la gravità artificiale. Ha personalmente supervisionato, e spesso impugnando fisicamente la pala, il riempimento dei grandi invasi destinati alle coltivazioni con tonnellate di terriccio e di humus. Con trepidazione ha curato il lento processo di fertilizzazione del terriccio, composto di regolite lunare ed altri componenti di origine asteroidea, addizionati di vermi, insetti e microorganismi provenienti dalla Terra.
Cairo lancia un’occhiata in tralice al marito, e si rende conto che si è perso nei suoi pensieri: in realtà non è mai riuscita a capire se davvero lui non sia per niente geloso, oppure se segua una precisa strategia, che prevede l’estraniazione pressochè totale quando lei si mette a fare un po’ la civetta con altri.
Linus è preoccupato di come stanno andando le cose, nella fase più delicata dello startup della città cislunare. Girano strane voci tra i tecnici, ed il ritardo del program manager non è certo rassicurante. Fra due giorni è previsto un grande meeting, l’ultima test readiness review, dopodichè dovrebbero avere inizio i test di collaudo operativo finale, che comprendono numerose simulazioni di malfunzionamenti e situazioni estreme, aventi lo scopo di mettere alla prova i sistemi durante il pieno funzionamento integrato ed operativo.
Ovviamente non è facile simulare il comportamento di una città orbitale con 20.000 abitanti a bordo. È chiaro che certe prove saranno possibili solo quando la città sarà funzionante a pieno regime. E quindi un certo margine di rischio è inevitabile. Ma questo è storicamente dato, in qualsiasi attività umana, sin da quando l’uomo cominciò ad utilizzare il fuoco, senza assolutamente sapere se sarebbe stato in grado di controllarlo. Così i softwaristi si sono massacrati le meningi, per sviluppare IA capaci di diagnostica predittiva, e di ipotizzare le più strane e disparate situazioni di emergenza. Ma la realtà supera sempre la fantasia, sia quella umana, sia quella algoritmica.


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